Sei edifici per amministrare lo Stato

A contorno del Palazzo Reale, tra ‘600 e ‘700, si sviluppò un complesso sistema di edifici per ospitare il governo e i suoi uffici (Regie Segreterie, Archivio di Stato, Regia Zecca) e le strutture per il funzionamento della corte (Teatro Regio, Accademia Reale e Cavallerizza).
Oggi, il Teatro Regio, ricostruito in forme moderne, prosegue la sua attività di teatro d’opera, mentre la Cavallerizza Reale sarà la cornice per la creazione di un nuovo Polo Culturale inserito nel centro storico della città.

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La Zona di comando è composta da un’infilata di palazzi situati tra la centralissima Piazza Castello e via Verdi, nel cuore della città di Torino. Si tratta di un patrimonio architettonico dinastico di valore eccezionale, che ha plasmato l’immagine della capitale sabauda durante l’Ancien Régime. Nel 1997 è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità in quanto testimonianza materiale del ruolo attribuito dai Savoia all’urbanistica e all’architettura.
Vero e proprio palcoscenico per lo spettacolo della magnificenza reale, il complesso monumentale si sviluppò durante il Seicento per volontà del duca Carlo Emanuele II all’interno di un secolare progetto di trasformazione della città in una capitale moderna. Nel 1673, l’ampliamento della città verso il fiume Po aveva offerto nuovi spazi utilizzabili per le funzioni politiche e amministrative. Amedeo di Castellamonte fu così incaricato di progettare una concatenazione di edifici che dal Palazzo Ducale conduceva, attraverso un percorso aulico, al teatro, all’Accademia, alla Zecca e alla Dogana.
Dopo l’acquisizione del titolo regio nel 1713, la celebrazione della casata sabauda ebbe nuovo impulso e l’architetto Filippo Juvarra trasformò i monumentali progetti seicenteschi in efficienti strutture al servizio delle riforme amministrative di re Vittorio Amedeo II. Sulle fondazioni della galleria che collegava i diversi edifici, Juvarra progettò così le Regie Segreterie di Stato (sede dei ministeri degli Affari Interni, Esteri e della Guerra e oggi Palazzo della Prefettura) e i Regi Archivi di Corte, un innovativo palazzo interamente dedicato alla raccolta dei documenti di stato.
Quando nel 1738 Benedetto Alfieri subentrò all’architetto messinese, mise mano agli edifici delle Segreterie e della Cavallerizza e riedificò il Teatro Regio, consegnando ai posteri i suoi capolavori architettonici. Con la progettazione alfieriana, una galleria al livello del piano nobile mise in connessione tutte le componenti dei palazzi del potere, creando un percorso aulico comodamente utilizzabile dalla corte.
Il grandioso progetto della Zona di comando fu portato a termine un secolo più tardi, quando Carlo Bernardo Mosca e Ernest Melano completarono le strutture della Cavallerizza. Ancora oggi, la Zona di comando rappresenta il centro aulico e amministrativo della città di Torino: le dimore di rappresentanza sono destinate a sedi museali, diversi edifici sono ancora utilizzati per le funzioni progettate in origine, mentre in altri casi le vicissitudini della storia hanno modificato il loro assetto.

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