Molti arredi si trovano oggi in sedi diverse rispetto a quelle per le quali erano stati progettati: nel corso dei secoli i cambiamenti di gusto, i passaggi di proprietà e le dismissioni del patrimonio hanno avuto come conseguenza ingenti traslochi di opere d’arte. Molti oggetti nei percorsi museali delle residenze sono stati creati, in realtà, per arredare altri ambienti, altri edifici o addirittura palazzi collocati in altre regioni o altri stati. Non sempre si conosce l’origine di ogni singolo oggetto, ma in diversi casi la ricerca storica ha permesso di ricostruire almeno in parte le vicende dei loro spostamenti. Per gli studiosi, un utilissimo strumento sono gli inventari delle residenze sabaude stilati sino al 1911: essi descrivono in modo più o meno accurato gli oggetti custoditi in un determinato momento storico nelle diverse sale.
Tra il Seicento e il Settecento mobili, arazzi, tappezzerie, dipinti, libri e oggetti rari venivano costantemente spostati da un luogo all’altro. Il motivo principale dipendeva dal fatto che le dimore reali, sia nelle residenze di città che in quelle di loisir, venivano continuamente rinnovate per seguire la moda del tempo. Avere un arredo all’ultimo grido era una delle prerogative della famiglia reale, che così dimostrava il suo buon gusto e la sua ampia disponibilità economica. Le opere considerate desuete venivano riutilizzate in altre sedi, perché non si buttava mai via niente. È emblematico il caso dello smantellamento delle sculture seicentesche del giardino di Venaria Reale che, smontate nel XVIII secolo, si riconoscono oggi nelle opere allestite nel Palazzo Reale di Torino, a Villa della Regina e a Govone. Un altro caso particolarmente rilevante è quello delle sculture e dei dipinti pensati per le due gallerie di Palazzo Reale, la Galleria del Daniel e la Galleria Beaumont, spostati più volte tra le residenze sabaude. Anche la perdita di interesse per un palazzo poteva causare il trasloco dei suoi arredi più preziosi, come accadde al Castello di Rivoli: una volta salito al potere (1730), Carlo Emanuele III fece trasferire nel Palazzo Reale di Torino alcune delle opere più importanti lì originariamente custodite.
Prestigiosi acquisti provenienti da Roma, Napoli, Venezia e dall’estero hanno poi arricchito il patrimonio delle residenze sabaude: è emblematico il caso della collezione viennese del principe Eugenio di Savoia-Soissons, che dal 1741 trovò spazio nelle sale del Palazzo Reale di Torino e in seguito arricchirà le raccolte della Galleria Sabauda.
Proprio la fondazione di quel museo, nel 1832, fu il motore di un nuovo, gigantesco trasloco di opere d’arte: lì re Carlo Alberto volle raccogliere un importante nucleo di dipinti appartenuti ai duchi e ai re sabaudi, un tempo collocati nelle diverse dimore dislocate sul territorio. Centinaia di opere furono così spedite alla volta del nuovo museo, dove divennero patrimonio fruibile da tutta la cittadinanza.
Con il processo di unificazione dell’Italia, le residenze degli stati preunitari (come l’ex ducato di Parma e Piacenza) furono dismesse e i loro arredi inviati altrove, soprattutto al Palazzo Reale di Torino e alla Palazzina di Caccia di Stupinigi: giunsero così intere collezioni di mobili francesi, arazzi e porcellane, nonché preziosi dipinti. Quando nel 1865 la capitale del regno fu spostata da Torino a Firenze, e poi ancora, nel 1870, a Roma, furono le stesse residenze piemontesi a perdere molti arredi che furono destinati al Quirinale. Innumerevoli dipinti (soprattutto ritratti) e mobili cambiarono collocazione: tra questi si contano 3500 oggetti d’argenteria, la libreria di Pietro Piffetti smantellata dalla torinese Villa della Regina e riallestita nell’appartamento privato della principessa Margherita, nonché intere boiseries decorate all’orientale provenienti da Moncalieri e da Venaria.

Approfondimenti

Andrea Baratta, Vittorio Amedeo II giovane a cavallo con le insegne di generale francese, 1700-1703

Antibiblioteca e Biblioteca con Allegorie di Giuseppe Nogari, 1741-1742

Antoon van Dyck, I tre figli di Carlo I d’Inghilterra, 1635

Antoon van Dyck, Il principe Tommaso Francesco di Savoia Carignano a cavallo, 1634

Appartamento di Maria Letizia, specchiera del Palazzo Ducale di Modena

Arredi Lignei di Gabriele Capello

Carlo Maratti, Immacolata Concezione circondata dagli angeli, 1700-1713 circa

Carlo Maria Ugliengo, Modello ligneo del Castello di Rivoli 1717-1718

Carlo Tantardini, Tavolino con putti in girotondo, 1720

Cerchia di Leone e Pompeo Leoni, Busto di Filippo II

Francesco De Mura, Partenza di Teseo per Creta, 1741-1743

Franceso Solimena, Cacciata di Eliodoro dal tempio, 1723, Galleria Sabauda

Gaspar van wittel, Veduta del Colosseo , 1711, galleria Sabauda già Castello di Rivoli

Gerrit Dou, Ritratto di geografo, Terzo quarto del XVII secolo

Giacomo Spalla, Storie napoleoniche, 1807-1810

Giambattista Crosato, Giove e Danae

Giovanni Antonio Maria Panealbo, Ritratto di Carlo Emanuele IV, re di Sardegna, 1796-1798

Giovanni Baratta, Bozzetti in terracotta con trofei militari per Palazzo Madama, facciata

Giovanni Battista Casella, Carlo Pagano, due termini scolpiti, 1667 dalla fontana d’Ercole di Venaria

Giovanni Battista Galletti, Tavolino da centro 1776

Giovanni Luigi Bosso, Boiseries del Gabinetto dei fiori, 1736-1737

Giovanni Paolo Panini, Veduta del castello di Rivoli da Levante, 1723-1724

Giuseppe Maria Bonzanigo, Trofeo militare, 1793-1814

Giuseppe Pietro Bagetti, Ingresso di re Vittorio Emanuele I a Torino nel 1814, 1815-1820 circa

Luigi Prinotto, Scrivania a ribalta da parete con scene dell’assedio e della battaglia di Torino del 1706, 1723

Maestro delle Residenze sabaude, Veduta della Reggia e dei giardini della Venaria Reale, 1670 circa

Manifattura cinese, Piatto ottagonale con orlo dentellato con scende di uccelli e fiori, inizio XVIII secolo

Manifattura di Vittorio Demignot, Le nozze di Alessandro e Rossane, 1741 circa

Marco Ricci, Veduta del salone del Castello di Rivoli secondo progetto di Juvarra, 1723-1724

Matteo Calderoni e Egidio Goyel, Bucintoro dei Savoia, 1729-1731

Michel Cresson, Coppia di sedie firmate Cresson, provenienti da Colorno, 1740-1750 circa

Paul de Vos, Caccia al cinghiale selvatico, 1660-1672

Pierre Mignard, Ritratto equestre di Luigi XIV, re di Francia, incoronato dalla Fama, 1673 circa

Pietro Botto, Porta a due battenti con giglio di Francia, metà XVII secolo

Piffetti, Sputacchiere, da Villa della Regina

Porta laccata del gabinetto cinese da Venaria

Sebastiano Ricci, Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia, 1725-1726, Galleria Sabauda

Simone Martinez, Elementi, 1738-1740 circa

Simone Martinez, Quattro stagioni, 1741-1752

Specchiere, inizio XVIII secolo, da Palazzo Madama

Stipo regina Margherita

Tavolo da biliardo, 1840-1860, da Monacalieri