Giovanni Battista Crosato (1686-1758), Le Quattro Stagioni, 1733

Nel 1733 il veneto Giovanni Battista Crosato affrescò con le Quattro stagioni le coperture dei vestiboli del Salone, concepiti come due gallerie voltate. Il tema è sviluppato attraverso la presenza di teneri pargoli scherzosi. Nella loggia ovest i bimbetti spargono fiori (Primavera) e spremono vino nei tini (Autunno) mentre nella loggia ad est si riparano dalla calura estiva con ombrelli e ventagli (Estate) e giocano con lo slittino imbacuccati sotto la neve (Inverno). Questi settori non furono interessati dalla pittura a quadratura di Dallamano e Crosato ebbe così campo libero per inscenare, senza soluzione di continuità, una vivace scorribanda di bambini. Sul cielo dipinto, altri putti in volo portano festoni e cesti di fiori, raccordando le diverse scene che si svolgono sotto lo sguardo di finte statue adagiate sul cornicione, eseguite con quella capacità, tipica di Crosato, di rendere “vere” le sculture dipinte.
L’opera è stata interpretata come la prima prova del veneto a Torino, voluto da Juvarra per le sue qualità di pittore-scenografo, che subito dopo lo impegnò nel cantiere di Stupinigi.