
Antonello da Messina Ritratto d’uomo, 1476
Chi è quest’uomo con le sopracciglia arruffate e il viso sbarbato che ci osserva intensamente, quasi sfidandoci? Il capo è coperto da un berretto di stoffa nera, che si perde nello sfondo, mentre parte del busto è risaltata da una toga rosso acceso. Sul parapetto si scorge un cartiglio in latino su cui si legge: “1476/Antonellus messaneus/ pinxit”. Conosciamo quindi l’autore dell’opera, il pittore Antonello da Messina, e la data di realizzazione, il 1476, ma l’identità dell’uomo rimane ad oggi ancora un mistero.
Il Ritratto d’uomo è stato al centro di una intricata vicenda politica. Nel 1934 Vittorio Viale, direttore del Museo Civico di Arte Antica, provò ad acquistare una delle più importanti collezioni d’arte italiane, quella dei principi Trivulzio di Milano. Mentre Viale era alla ricerca di finanziatori che potessero sostenere la spesa, Mussolini intervenne in favore della città di Milano facendo così sfumare l’affare. Per risarcire il comune di Torino vennero donati al Museo Civico il dipinto di Antonello e il manoscritto miniato da Jan van Eyck, due delle opere più pregiate della collezione.