Castello di Valcasotto
Da monastero a residenza di caccia
Un luogo incantato
Nel 1837 Carlo Alberto rimase incantato dall’atmosfera di pace e tranquillità che avvolgeva l’antichissima Certosa di Casotto e decise di acquistarla come suo patrimonio personale per trasformarla in una residenza estiva dedicata alla caccia, uno dei passatempi prediletti di Casa Savoia.
L’antica certosa
Il complesso abbaziale, incastonato ai piedi delle montagne monregalesi tra Garessio e Pamparato, venne fondato dai monaci certosini tra il 1090 e il 1172. Agli inizi del Settecento conobbe alcuni importanti rinnovamenti che gli diedero un aspetto rigoroso e monumentale, più simile a un palazzo nobiliare che a un monastero. Ricca di fascino è la facciata della chiesa progettata da Bernardo Vittone verso la metà del secolo e realizzata in pietra verde locale, in netto contrasto con il rosso dei laterizi del resto del fabbricato. Intorno alla chiesa, tra due corti, erano collocate le celle dei monaci e la foresteria.
La residenza reale
L’abbandono della Certosa dopo la soppressione dell’ordine monastico da parte del Governo francese (1802) rese necessario compiere dei lavori di adeguamento per ospitare la corte di Carlo Alberto. Anche l’antica chiesa fu riadattata per essere utilizzata come cappella regia.
Entro il 1860 l’architetto Carlo Sada e la sua équipe di pittori (Dionigi Faconti e Angelo Moja), decoratori (Giuseppe Trivella e Carlo Isella) e intagliatori (Gabriele Capello) allestirono, negli antichi ambienti usati dai certosini, i nuovi appartamenti reali caratterizzati da una dimensione intima e domestica, ben lontana dagli sfarzi delle dimore di rappresentanza. È proprio in queste stanze che si scopre il lato più quotidiano della famiglia reale.
Oltre che da Carlo Alberto, la dimora fu particolarmente amata dal primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II, e dai suoi figli, in particolare la principessa Maria Clotilde che scelse la quiete di Casotto per trascorrere le sue estati.
Nel Novecento
Di proprietà dei Savoia fino al 1881, la residenza fu ceduta a privati. Oggetto di campagne di studio promosse dal Politecnico di Torino, nel 2000 è entrata a far parte del patrimonio della Regione Piemonte che, insieme alla Soprintendenza, ne ha avviato il completo recupero per destinarla a uso museale, didattico e ricettivo secondo innovativi criteri di sostenibilità ed ecocompatibilità.
- 1172: Primo documento attestante l’esistenza della Certosa di Casotto
- Anni ’20 del 1700: Bernardo Vittone ricostruisce la Certosa
- Periodo francese: La Certosa è soppressa, gli arredi dispersi e gli edifici cadono in rovina
- 1837: Carlo Alberto acquista gli edifici e ne inizia la trasformazione in casino di caccia
- Metà XIX secolo: l’edificio è utilizzato per i soggiorni venatori della corte
- 1881: Umberto I aliena la proprietà
- 2000: La Regione Piemonte acquista il Castello di Casotto, ne cura il restauro e la valorizzazione
- Oggi: Il castello fa parte del circuito di visita delle Residenze Sabaude.
Maria Clotilde di Savoia principessa Napoleone 1843 - 1911
Vi trascorse le estati, prima di sposarsi con Gerolamo Napoleone e trasferirsi a Parigi.



