Castello di Racconigi

Reale villeggiatura e oasi naturalistica

La Storia

La real villeggiatura
Il Castello di Racconigi, con la sua imponente architettura e il parco all’inglese di quasi 200 ettari, è stato il luogo di villeggiatura prediletto dal sovrano Carlo Alberto di Savoia e dalla sua famiglia.

Il castello dei Principi di Carignano
Il castello era stato destinato allo svago e alla caccia già dalla metà del Seicento, quando divenne proprietà del ramo cadetto dei Savoia-Carignano. Su incarico del principe Emanuele Filiberto, dal 1676 il celebre architetto Guarino Guarini modificò l’antico edificio medievale rendendolo una moderna residenza di delizie. Di questa prima fase resta ancora oggi visibile la facciata settentrionale, che si apre sul parco. Il progetto venne poi completato alla metà del Settecento da Giovanni Battista Borra, a cui si devono la monumentale facciata d’ingresso sul lato meridionale in stile neoclassico e le Sale di Ercole e di Diana, i cui ricchi apparati di stucchi celebrano le virtù dei principi e delle principesse di Casa Savoia.

La Residenza reale di Carlo Alberto
In virtù della sua appartenenza al ramo dei Savoia-Carignano, Carlo Alberto era legato da vincoli affettivi alla residenza di Racconigi. Nel 1832, a seguito della sua ascesa al trono di Sardegna, incaricò l’architetto regio Ernesto Melano di rimodernare l’edificio, a cui vennero aggiunte due ali laterali. Per il riallestimento interno fu chiamato Pelagio Palagi, che più di ogni altro artista seppe interpretare il clima culturale promosso dal re. È a Palagi che si devono i progetti di ridecorazione delle sale secondo un gusto nuovo ed eclettico. Il fascino per l’esotismo e per i mondi lontani, affermatosi con la moda dei gabinetti cinesi, venne aggiornato sui modelli etruschi, greci e romani, sulla spinta anche delle riscoperte di Pompei ed Ercolano e delle necropoli dell’antica Etruria. Per le serre e la cascina nel parco Palagi ricorse invece allo stile neogotico che meglio si adattava al giardino romantico disegnato dal paesaggista prussiano Xavier Kurten.
Dopo il trasferimento della capitale del regno d’Italia da Torino a Roma (1871), la presenza dei sovrani si diradò fino agli inizi del Novecento, quando il re Vittorio Emanuele III scelse nuovamente Racconigi come meta di villeggiatura, promuovendo nuove campagne di ammodernamento tecnologico e decorativo.

Nel Novecento
Frequentata regolarmente da Umberto II fino agli anni del secondo conflitto mondiale, la residenza venne acquistata dallo Stato italiano nel 1980, entrando a far parte della lista del patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO nel 1997, insieme alle altre Residenze Sabaude.
Oggi gli interni offrono ai visitatori uno sguardo intimo e ravvicinato sulla vita quotidiana e privata della famiglia reale: dalle camere da letto, alle cucine e ai gabinetti di toeletta, dalla sala del biliardo e da quella da pranzo allo straordinario gabinetto etrusco, dove il re riceveva ministri e ambasciatori. Oltre alla meraviglia degli interni il vasto parco è esempio tra i più significativi in Europa della sensibilità verso la natura e il paesaggio propria del Romanticismo, con alberi centenari che compongono aree boschive, celando sentieri e zone d’acqua.

La Cronologia


  • Inizi del XV secolo: preesistenza di un edificio fortificato dei marchesi di Saluzzo e in seguito degli Acaja.

  • 1604: Bernardino di Savoia conte di Racconigi è proprietario del castello.

  • 1620: il castello passa a Tommaso di Savoia, primo principe di Carignano.

  • 1650: prima trasformazione del castello su progetto di Carlo Morello.

  • 1669: progetto di Ignazio Borgonio per castello e parco.

  • 1670: André Le Nôtre invia il progetto per il nuovo parco alla francese.

  • 1671: Carlo Emanuele Lanfranchi realizza un progetto di sistemazione dell’accesso al castello. Procedono i lavori al parco.

  • 1677: Emanuele Filiberto di Savoia Carignano commissiona a Guarino Guarini il progetto di riplasmazione con la costruzione dei padiglioni prospettanti il parco.

  • 1755: Gio. Battista Borra costruisce la facciata meridionale con lo scalone e il salone d’ingresso, decorato a stucco da Giuseppe Bolina.

  • 1787: Giacomo Pregliasco interviene su parte del parco

  • 1831-1849: divenuto re, Carlo Alberto trasforma radicalmente il complesso: Xaver Kurten riprogetta il parco; Palagio Palagi trasforma l’interno del castello e realizza le Margarie, completate da Ernest Melano

  • 1880: Giuseppe e Marcellino Roda riorganizzano il parco.

  • 1929: il castello e il parco diventano patrimonio privato dei Savoia.

  • 1980: lo Stato acquista il castello con il grande parco e ne inizia il restauro e la valorizzazione

  • Oggi: il Castello è in consegna alla Direzione Regionale Musei del Piemonte (Ministero della Cultura)

Il Personaggio

Carlo Alberto Principe di Carignano, re di Sardegna, 1789-1849
Residenza di campagna, il Re la elesse a sua dimora reale nei mesi estivi.

Figlio di Carlo Emanuele I di Savoia VI principe di Carignano e di Maria Cristina di Sassonia-Curlandia, si forma seguendo corsi di studio a Parigi e Ginevra. Nel 1814 Napoleone lo nomina sottotenente del reggimento dei Dragoni e solo dopo la caduta dell’impero francese ritorno a Torino. Nel 1817 sposa Maria Teresa di Asburgo Lorena. Nel 1821, con l’abdicazione di Vittorio Emanuele I e la lontananza da Torino di Carlo Felice, assume la reggenza ma, in seguito alla concessione della costituzione spagnola, viene sconfessato dal monarca. Nel 1831 alla morte di Carlo Felice, eredita il regno che tiene fino al 1849. Con la sua ascesa al trono si attua il passaggio al ramo Savoia Carignano. Da questo momento si assiste a un cambiamento di rotta degli interessi sovrani a favore dlle residenze dinastiche di Moncalieri, Racconigi, trasformata in “Reale Villeggiatura” e altre sedi del Cuneese. Sono inoltre potenziate e costruite ex novo sedi legate a tenute agricole o per l’allevamento quali La Mandria e Pollenzo. Insieme alla ridefinizione degli spazi residenziali della corte prosegue, dopo una fase avviata da predecessore Carlo Felice, la creazione di istituzioni destinate a segnare le attività culturali nella capitale sabauda. Va ricordata in tale senso la sistemazione definitiva del Museo Egizio nelle sale dell’ex Collegio dei Nobili, considerate una sede provvisoria da Carlo Felice che aveva avviato l’iniziativa acquistando negli anni venti la collezione di antichità raccolte da Bernardino Drovetti. Analogamente è solo sotto Carlo alberto che la Pinacoteca Sabauda, già Pinacoteca Reale, viene solennemente inaugurata in occasione del genetliaco del sovrano (1832), pur risalendo il progetto ad anni precedenti. Quel che accomuna tutte queste istituzioni è una concezione aperta del museo, inteso non solo come strumento finalizzato alle lezioni impartite in ateneo, ma come moderno luogo di raccolta di materiali e opere rivolte anche ad un pubblico non necessariamente addetto ai lavori