Castello della Mandria

Residenza di caccia e d'amore


La Storia

L’allevamento dei cavalli

Dalla metà del Seicento la Mandria della Venaria identifica un territorio di 3000 ettari sistemato in una valle a forma di anfiteatro, segnato dalle rotte di caccie, da radure, da boschetti, da acque e da un lago, modellato dalla sua destinazione passata di luogo delle regie caccie.
Il Borgocastello nasce per ospitare i fabbricati per il ricovero e la riproduzione delle cavalle di razza destinate per la Corte. La costruzione del Castello inizia a partire dal 1709, sotto la guida di Michelangelo Garove che sta intervenendo negli stessi anni in Reggia. Nel 1726 è segnato l’inizio dell’intervento di Filippo Juvarra che porta progressivamente alla definizione degli spazi del Castello, sempre come scuderia destinata all’allevamento delle cavalle.

L’amata residenza privata del re e della Bela Rosin
Negli anni Cinquanta dell’Ottocento il castello è scelto da re Vittorio Emanuele II per coronare il suo sogno di amore con Rosa Vercellana (detta la Bela Rosin), nominata contessa di Mirafiori e Fontanafredda. Nel 1853 il re decise di trasformare le antiche scuderie, progettate agli inizi del Settecento da Michelangelo Garove per l’allevamento dei cavalli di razza, in una Residenza divenuta presto suo luogo prediletto. A questo scopo, nel 1863, l’ampia tenuta venne acquistata direttamente dal sovrano per 200mila lire. Il muro di cinta alto 3 metri e lungo circa 30 chilometri delimitava l’area destinata alle attività venatorie e proteggeva il sovrano dagli sguardi indiscreti.
I lavori di adeguamento del Castello, diretti dagli architetti Barnaba Panizza e Domenico Ferri, furono condotti in tempi brevi, tra il 1860 e il 1863.

L’Appartamento Reale
Il nuovo Appartamento Reale, progettato al di sopra delle antiche scuderie rivolte verso la Reggia, si sviluppa in un’enfilade di venti sale, distribuite seguendo un lungo corridoio. La regìa di Ferri, subentrato a Palagi nella carica di Decoratore Regio, riguardò ogni aspetto: numerose maestranze furono impegnate per le forniture di mobili, dipinti, tappezzerie, tessuti e suppellettili. Carlo, Placido e Domenico Mossello, Felice Vigna e Francesco Gonin decorarono i soffitti con pitture raffiguranti elementi floreali, soprattutto rose, e favole allegoriche che alludono a temi amorosi. Gli arredi furono realizzati dalla Ditta dei Fratelli Levera secondo uno stile innovativo e moderno, capace di coniugare insieme il lusso e la comodità.
Il carattere quotidiano e familiare degli appartamenti rivela gli aspetti privati della vita di coppia del sovrano e della Bela Rosin che, lontano dai doveri di corte, scorreva tra gli accoglienti salotti e le battute di caccia nell’immenso parco ancora oggi popolato da cervi, daini e cinghiali.

Una azienda agricola d’avanguardia
Alla morte di Vittorio Emanuele II, prima il Castello e poi la tenuta divennero di proprietà dei marchesi Medici del Vascello (1882-1887), che trasformarono lentamente la riserva venatoria in un’azienda dedita all’agricoltura e all’allevamento. Il recupero del complesso fu avviato dopo il 1976, quando parte della tenuta fu acquistata dalla Regione Piemonte che istituì l’area protetta del Parco della Mandria, al fine di tutelare e valorizzare l’ingente patrimonio naturalistico e culturale, ora godibile con percorsi escursionistici fra alberi centenari e piccole perle architettoniche.
Nelle sale degli Appartamenti Reali, espressione di un prezioso e compiuto progetto decorativo di metà Ottocento, aderente a un modello borghese d’impronta europea, si respira ancora l’atmosfera intima e raccolta voluta da Vittorio Emanuele II, grazie al recente riallestimento condotto sulla base di un inventario del 1879.
Oggi gli Appartamenti Reali sono gestiti dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.

La Cronologia


  • metà XVII secolo: Carlo Emanuele II inizia gli acquisti di terreni per la realizzazione della Mandria per l’allevamento dei cavalli come complemento della Reggia di Venaria

  • dal 1709: Michelangelo Garove costruisce gli edifici per l’allevamento dei cavalli

  • 1726: Filippo Juvarra costruisce alcune maniche e spazi di servizio

  • Anni Cinquanta dell’Ottocento: Vittorio Emanuele II sceglie la Mandria come residenza privata insieme a Rosa Vercellana, la “Bela Rosin”, sua futura moglie morganatica

  • 1863: viene realizzato l’appartamento reale

  • 1882: Dopo la morte di Vittorio Emnauele II, il re Umberto cede la proprietà ai marchesi Medici del Vascello

  • 1976: La Regione Piemonte acquista la Mandria

  • Oggi: Il Parco della Mandria è gestita dall’Ente Parchi Reali, mentre gli Appartamenti Reali sono gestiti dal Consorzio delle Residenze Reale Sabaude.

Il Personaggio

Rosa Vercellana “la Bella Rosina” contessa di Mirafiori 1833-1885
Nido d’amore di Rosa Vercellana (Bela Rosin) e del re Vittorio Emanuele II.

Figlia di Giovanni Battista Vercellana, militare di carriera della guardia imperiale napoleonica, che nel 1814 rientra nelle file dell’esercito sabaudo come ufficiale nelle guardie del corpo del re. Vive insieme alla famiglia nella tenuta di caccia di Racconigi dove il padre comanda il presidio reale. Nel 1847 presso il castello di Racconigi incontra il principe ereditario Vittorio Emanuele II: inizia una relazione da cui nascono due figli. Benché la relazione desti numerosi scandali, dopo la morte della regina Maria Adelaide d’Asburgo Lorena., nel 1859 è nominata dal re contessa di Mirafiori e Fontanafredda e nel 1866 acquista il castello di Mirafiori, anche alla morte lascia al figlio. Nel 1869 sposa il re con rito religioso e nel 1877 si celebra il rito civile con cui diventa moglie del re Vittorio Emanuele II, senza ottenere il titolo di regina. Nello stesso anno soggiorna al castello di Pollenzo: in questa occasione l’apparato decorativo è in parte rinnovato. Nel 1888 sulla riva del Sangone viene eretto un pantheon funerario in suo onore dove viene sepolta: è oggi l’unica preesistenza architettonica sul sito dove si ergeva il castello di Mirafiori.