Nobili tappeti
Castello di Agliè
6 Aprile 2025 - 4 Maggio 2025Testimonianze d’arte tessile orientale tra XVI e XIX secolo da collezioni private
Protagonisti dell’esposizione sono più di quaranta tappeti orientali, realizzati in Persia, Caucaso e Anatolia, tra il sedicesimo e il diciannovesimo secolo, provenienti da collezioni private del territorio. Un tempo preziosi beni di lusso, erano parte degli arredi di residenze aristocratiche o ricche dimore borghesi, come testimonia l’affresco del Salone da Ballo all’interno del Castello, in cui Giovanni Paolo Recchi nel 1665, nella scena con l’incoronazione di re Arduino, scelse di collocare il trono del sovrano su un pregiato tappeto orientale.
I tappeti sono la testimonianza di una tradizione millenaria, nata come risposta a un’esigenza da parte delle popolazioni nomadi dell’Oriente per isolarsi dal freddo delle montagne oppure per trovare riparo dal sole e dalla sabbia del deserto.
La mostra si apre nel grande salone di ingresso al Castello, con una sezione dedicata a esemplari provenienti dall’area di Tabriz, territorio montagnoso del nord-ovest persiano. Questi tappeti, caratterizzati dall’uso della seta, furono molto richiesti nell’Ottocento dal mercato americano ed europeo. Sono ispirati al ricco repertorio di corte di tradizione safavide e presentano colori eleganti e di alta qualità. Alla medesima area, e, in particolare al villaggio di Bakshaiesh, appartiene anche il grande tappeto (538 x 360 cm) esposto nella Sala d’aspetto.
Nella scenografica Galleria alle Tribune è esposto un primo nucleo di tappeti del XVI e del XVII secolo proveniente da Ushak, nell’Anatolia occidentale: esportati in epoca ottomana dai mercanti genovesi e veneziani nelle corti europee, tappeti come questi compaiono nei dipinti di pittori come Hans Holbein, Tintoretto e Lorenzo Lotto. Tra questi è esposto un importante esemplare, datato al XVI secolo, appartenente Fondazione Francesco Federico Cerruti di Rivoli. Sempre dall’area di Ushak, sono presenti tappeti “Transilvani”, in origine utilizzati nelle chiese della Romania, caratterizzati da motivi “a nicchia” o “a doppia nicchia”, ispirati all’architettura ottomana. Dal Caucaso, e in particolare dall’area di Kazak, provengono invece tappeti con decorazioni geometriche, a stella e a raggiera, caratterizzati da lane più pesanti e da colori vivaci e contrastati. Da Baku, Shirwan e Kuba, dal Caucaso più orientale, provengono tappeti più sottili e leggeri, con impianti decorativi geometrici dalla policromia vivace e squillante.
L’esposizione è curata da Luca Emilio Brancati, ideata e prodotta in collaborazione con il Rotary Club Cuorgnè e Canavese e con la Galleria Mirco Cattai.
Durante il periodo di apertura della mostra, giovedì 17 aprile alle ore 15.00, si terrà la visita con laboratorio didattico per famiglie Trame di colore, alla scoperta dei segreti dell’arte e dei colori dei tappeti. L’attività è compresa nel biglietto di ingresso al Castello, su prenotazione obbligatoria: drm-pie.aglie.sed@cultura.gov.it.
- Persia nord-occidentale, Area di Tabriz, Villaggio di Heriz (?), seconda metà XIX secolo, vello in seta su armatura in seta, cm 175×128, collezione privata
- Anatolia occidentale, Area di Ushak, “Lotto”, fine XVI secolo, vello in lana su armatura in lana, cm 184×122, collezione privata
- Area di Kazak, Villaggio di Chelaberd, detto ‘ad aquile’ o ‘a sole raggiante’, circa 1800, vello in lana su armatura in lana, cm 220×138, collezione privata