Residenza di caccia e d’amore
Edificato durante la creazione della Venaria Reale per l’allevamento delle cavalle di razza, venne in seguito destinato da Vittorio Emanuele II ad uso abitativo, divenendo ben presto sua residenza e luogo prediletto. Legato alle diverse attività venatorie del sovrano, qui il re poté coltivare, lontano dai doveri di corte, le sue molteplici passioni e il grande affetto rivolto a Rosa Vercellana, alla quale fu destinato il castello. Gli Appartamenti Reali, perfettamente arredati e conservati, sono costituiti da 20 ambienti di carattere intimo e familiare, che rivelano le scelte e il gusto del sovrano. Alla realtà storica si aggiunge ora l’importanza e il valore del patrimonio naturalistico del parco, con percorsi escursionistici fra alberi centenari e piccole perle architettoniche.
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I lavori di adeguamento del Castello, diretti dagli architetti Barnaba Panizza e Domenico Ferri, furono condotti in tempi brevi, tra il 1860 e il 1863. Il nuovo Appartamento Reale, progettato al di sopra delle antiche scuderie rivolte verso la Reggia, si sviluppa in un’enfilade di venti sale, distribuite seguendo un lungo corridoio.
La regìa di Ferri, subentrato a Palagi nella carica di Decoratore Regio, riguardò ogni aspetto: numerose maestranze furono impegnate per le forniture di mobili, dipinti, tappezzerie, tessuti e suppellettili. Carlo, Placido e Domenico Mossello, Felice Vigna e Francesco Gonin decorarono i soffitti con pitture raffiguranti elementi floreali, soprattutto rose, e favole allegoriche che alludono a temi amorosi. Gli arredi furono realizzati dalla Ditta dei Fratelli Levera secondo uno stile innovativo e moderno, capace di coniugare insieme il lusso e la comodità.
Il carattere quotidiano e familiare degli appartamenti rivela gli aspetti privati della vita di coppia del sovrano e della Bela Rosin che, lontano dai doveri di corte, scorreva tra gli accoglienti salotti e le battute di caccia nell’immenso parco ancora oggi popolato da cervi, daini e cinghiali.
Alla morte di Vittorio Emanuele II, prima il Castello e poi la tenuta divennero di proprietà dei marchesi Medici del Vascello (1882-1887), che trasformarono lentamente la riserva venatoria in un’azienda dedita all’agricoltura e all’allevamento. Il recupero del complesso fu avviato dopo il 1976, quando parte della tenuta fu acquistata dalla Regione Piemonte che istituì l’area protetta del Parco della Mandria, al fine di tutelare e valorizzare l’ingente patrimonio naturalistico e culturale, ora godibile con percorsi escursionistici fra alberi centenari e piccole perle architettoniche.
Nelle sale degli Appartamenti Reali, espressione di un prezioso e compiuto progetto decorativo di metà Ottocento, aderente a un modello borghese d’impronta europea, si respira ancora l’atmosfera intima e raccolta voluta da Vittorio Emanuele II, grazie al recente riallestimento condotto sulla base di un inventario del 1879.
Recentemente gli Appartamenti Reali sono passati in gestione al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.
Informazioni
Telefono: +39 011 499 2333
prenotazioni@lavenariareale.it
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Visita libera
Visite guidate
Visite a porte chiuse
Visite guidate per gruppi
Accesso disabili
Attività didattiche per scuole
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Affitto spazi per eventi privati
Nel parco della Mandria è vietato l’accesso con i cani, anche al guinzaglio
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