Armeria
L’Armeria Reale di Torino è una delle più ricche collezioni d’arme d’Europa.
Venne fondata da Carlo Alberto e inaugurata nel 1637 all’interno della Galleria Beaumont, la manica di collegamento tra il Palazzo Reale e le Segreterie di Stato (oggi Prefettura), così chiamata in omaggio al pittore che decorò la volta.
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All’interno del percorso museale di Palazzo Reale, l’Armeria Reale offre la visione di una spettacolare parata di cavalli, armature, armi e altri oggetti d’arte applicata.
Si tratta di un museo dedicato alle armi antiche inaugurato nel 1837 da un’idea di re Carlo Alberto, artefice di un ambizioso programma di apertura al pubblico delle collezioni reali. In quegli anni, centinaia di dipinti e sculture provenienti dai palazzi di corte furono destinati alla nuova Regia Pinacoteca (poi Galleria Sabauda) e nel 1832 il sovrano progettò di utilizzare la Galleria Beaumont, svuotata dai dipinti, per accogliere il museo degli oggetti legati alle glorie militari sabaude. Questo spazio era una manica di collegamento tra il Palazzo Reale e le Segreterie di Stato (oggi Prefettura). Già oggetto di un lungo cantiere decorativo durante il Settecento, cui si deve il nome in omaggio al pittore della volta Claudio Francesco Beaumont, la galleria trovò una sistemazione definitiva solo con la destinazione a sede del museo carloalbertino.
L’organizzazione dell’Armeria venne inizialmente affidata a Roberto d’Azeglio, già direttore della Regia Pinacoteca, a cui presto subentrerà Vittorio Seyssel d’Aix, capitano d’artiglieria e primo direttore della “Armeria Antica e Moderna”, mentre per i lavori di sistemazione fu incaricato, tra 1834 e 1848, Pelagio Palagi. Il poliedrico artista, affiancato dall’ebanista Gabriele Capello detto il Moncalvo, si occupò della progettazione e realizzazione degli arredi necessari per esporre le collezioni, come le vetrine caratterizzate da un gusto neogotico in linea con l’immaginario cavalleresco medioevale.
Fu presto necessario ampliare il museo da poco istituito nella sala attigua, la Rotonda, dal momento che le raccolte andavano incrementandosi, soprattutto con nuovi acquisti sul mercato antiquario. In questo spazio, da cui un tempo partiva la Galleria che raccordava Palazzo Reale con Palazzo Madama, vennero allestite le collezioni entrate più recentemente quali i cimeli risorgimentali e le armi extraeuropee.
Dal Palazzo Reale, l’accesso alla Galleria avviene così ancora oggi attraverso il Medagliere, pensato da Carlo Alberto per la conservazione e lo studio della ricca collezione sabauda di monete e medaglie. La progettazione dell’ambiente venne affidata a Palagi che scelse forme neoclassiche, con vetrine a forma di tempietto greco, e decorazione della volta a compartimenti geometrici, dipinti da Pietro Ayres entro stucchi di Diego Marielloni.
La Galleria Beaumont nel 2005 è stata riaperta al pubblico dopo importanti lavori di restauro, con il recupero dell’allestimento storico.
Si tratta di un museo dedicato alle armi antiche inaugurato nel 1837 da un’idea di re Carlo Alberto, artefice di un ambizioso programma di apertura al pubblico delle collezioni reali. In quegli anni, centinaia di dipinti e sculture provenienti dai palazzi di corte furono destinati alla nuova Regia Pinacoteca (poi Galleria Sabauda) e nel 1832 il sovrano progettò di utilizzare la Galleria Beaumont, svuotata dai dipinti, per accogliere il museo degli oggetti legati alle glorie militari sabaude. Questo spazio era una manica di collegamento tra il Palazzo Reale e le Segreterie di Stato (oggi Prefettura). Già oggetto di un lungo cantiere decorativo durante il Settecento, cui si deve il nome in omaggio al pittore della volta Claudio Francesco Beaumont, la galleria trovò una sistemazione definitiva solo con la destinazione a sede del museo carloalbertino.
L’organizzazione dell’Armeria venne inizialmente affidata a Roberto d’Azeglio, già direttore della Regia Pinacoteca, a cui presto subentrerà Vittorio Seyssel d’Aix, capitano d’artiglieria e primo direttore della “Armeria Antica e Moderna”, mentre per i lavori di sistemazione fu incaricato, tra 1834 e 1848, Pelagio Palagi. Il poliedrico artista, affiancato dall’ebanista Gabriele Capello detto il Moncalvo, si occupò della progettazione e realizzazione degli arredi necessari per esporre le collezioni, come le vetrine caratterizzate da un gusto neogotico in linea con l’immaginario cavalleresco medioevale.
Fu presto necessario ampliare il museo da poco istituito nella sala attigua, la Rotonda, dal momento che le raccolte andavano incrementandosi, soprattutto con nuovi acquisti sul mercato antiquario. In questo spazio, da cui un tempo partiva la Galleria che raccordava Palazzo Reale con Palazzo Madama, vennero allestite le collezioni entrate più recentemente quali i cimeli risorgimentali e le armi extraeuropee.
Dal Palazzo Reale, l’accesso alla Galleria avviene così ancora oggi attraverso il Medagliere, pensato da Carlo Alberto per la conservazione e lo studio della ricca collezione sabauda di monete e medaglie. La progettazione dell’ambiente venne affidata a Palagi che scelse forme neoclassiche, con vetrine a forma di tempietto greco, e decorazione della volta a compartimenti geometrici, dipinti da Pietro Ayres entro stucchi di Diego Marielloni.
La Galleria Beaumont nel 2005 è stata riaperta al pubblico dopo importanti lavori di restauro, con il recupero dell’allestimento storico.
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