Salotto delle Udienze
Il Salotto delle Udienze al Castello della Mandria ha avuto la funzione di sala da ricevimento per Vittorio Emanuele II, il cui ritratto accoglie i visitatori che entrano nell’ambiente. Nell’ampia stanza domina il colore rosso, usato per gli arredi e le pareti rivestite di carta da parati in velluto. Sia questa tappezzeria che il grande tappeto in lana sono decorati con motivi floreali, un chiaro riferimento al nome della moglie morganatica di Vittorio Emanuele II, Rosa Vercellana, contessa di Mirafiori e Fontanafredda, che in questi appartamenti visse il suo idillio d’amore con il re.
Il complesso di arredi, con divani, poltrone e un tavolo da centro fu realizzato nel 1862 dalla ditta Levera, un'azienda specializzata in mobili fondata da due fratelli originari di Andorno Cacciorna nel biellese, fornitori di Casa Savoia e attivi anche a Firenze. Con le loro linee sinuose e le decorazioni a fiori e conchiglie, gli arredi riprendono lo stile neorocaille aggiornato ai coevi modelli parigini e sponsorizzato in quegli anni da Domenico Ferri, responsabile del progetto d’arredo della Mandria. Per agevolarne lo spostamento, sotto i mobili furono applicate comode ruote al fondo delle gambe. Il soffitto a cassettoni fu realizzato probabilmente dallo specialista Gioacchino Soro e lavorato in gesso e stucco dorato.
Il Salotto delle Udienze fu concepito come una wunderkammer (“camera delle meraviglie”), vale a dire un ambiente ricolmo di oggetti da collezione delle tipologie più disparate: un inventario stilato nel 1879 ricorda la presenza di curiosi oggetti provenienti dal mondo naturale, come conchiglie e trofei di caccia, ad oggi non più presenti nella sala.
L’attuale arredo evoca il tema del collezionismo, con oggetti preziosi come il cabinet decorato con pietre dure, quadri alle pareti e piatti di manifattura Ginori.