Salone delle guardie del corpo
Il Salone delle guardie del corpo è uno degli ambienti più maestosi del Castello di Agliè. Quando intorno al 1763 la residenza fu acquistata da re Carlo Emanuele III di Savoia per il figlio secondogenito, Benedetto Maurizio duca del Chiablese, fu necessario rinnovarla e adeguarla al nuovo rango di dimora reale. Il compito venne affidato all’architetto di corte Ignazio Birago di Borgaro, che si mise all’opera tra il 1770 e il 1771. Il salone fu concepito come nuovo ingresso per accogliere i visitatori nel castello e come punto di raccordo tra le anticamere degli appartamenti reali, secondo i protocolli imposti dal cerimoniale di corte.
I motivi vegetali, le armi e i trofei di caccia in stucco, che decorano con esiti di grande eleganza le pareti e la volta della sala, vennero realizzati dallo scultore ticinese Giuseppe Bolina, attivo insieme alla sua équipe anche nella reggia di Venaria Reale, nel Castello di Racconigi e nel Palazzo Chiablese di Torino. Il risultato finale, in linea con le novità del linguaggio neoclassico, si traduce in un effetto di raffinato rigore che ben si adatta alla funzione dell'ambiente.
Per via delle decorazioni in stucco, la sala è stata soprannominata anche Salone di Caccia in seguito ai riallestimenti voluti da Umberto Chierici, soprintendente ai Monumenti del Piemonte dal 1953 al 1971. A questo momento risale la scelta degli arredi destinati ad ornare il vasto ambiente. È qui che trovano posto i ritratti di re Carlo Felice di Savoia e della consorte, Maria Cristina di Borbone (quest’ultimo firmato e datato 1816), inviati da Napoli ad Agliè dal pittore Jacques Berger. Anche i due busti in gesso, copie da quelle realizzate a Racconigi dallo scultore Andrea Gallassi (1826), raffigurano Carlo Felice e Maria Cristina. I due bei Paesaggi di Scipione Cignaroli, databili intorno al 1725 e collocati sopra ai camini in marmo, sono invece documentati nel salone almeno dal 1855.