Sala del Trono

La Sala del Trono è il cuore simbolico del Palazzo Reale. Situata al piano nobile, vi si accede tramite il Salone degli Svizzeri, dopo aver superato la Sala della Dignità e le due anticamere delle Virtù e della Vittoria. Qui al cospetto del sovrano si organizzavano gli incontri politici e venivano ricevuti gli ospiti più importanti. Secondo il cerimoniale chiunque vi fosse ammesso, nell’abbandonare la sala, doveva camminare a ritroso così da non dare mai le spalle al re.
La sua realizzazione risale alla metà del Seicento quando il duca Carlo Emanuele II chiamò una nutrita équipe di pittori, scultori e doratori per allestire gli appartamenti per sé e per la sua consorte, la duchessa Francesca d’Orléans. Di questa fase rimangono oggi solo pochi elementi: due porte intagliate e dorate, il soffitto e il fregio in legno scolpiti da Pietro e Bartolomeo Botto su disegno dell’ingegnere Carlo Morello. Al 1660 risale anche il grande dipinto inserito al centro del soffitto e raffigurante il Trionfo della Pace, opera del pittore di corte Jan Miel. Il resto degli arredi fu progettato da Pelagio Palagi in occasione degli ammodernamenti promossi da re Carlo Alberto tra il 1838 e il 1842. Anche la tappezzeria in broccato rosso fu intessuta per l’occasione, come dimostrano le iniziali del sovrano (C.A.) ricamate nel fregio superiore e intervallate dai nodi sabaudi, emblema della casata. I lavori di ebanisteria come il trono, le panche, le porte ma anche lo stesso pavimento furono affidati a Gabriele Capello detto il Moncalvo e alla sua bottega, attiva in diversi ambienti del Palazzo Reale. Per la fusione in bronzo delle specchiere e dei candelieri ci si rivolse alla ditta milanese Manfredini e Viscardi, mentre a quella locale di Colla e Odetti fu assegnata la coppia di lampadari in cristallo di Boemia.

Palazzo Reale