Sala degli stucchi
La Sala degli stucchi è un ambiente collocato al primo piano del Castello di Rivoli, con funzione di anticamera attraverso la quale si accedeva sia all’Appartamento del re che a quello della regina. Venne realizzata tra il 1718 e il 1720 dall’unione di due piccole anticamere e di un corridoio. Deve il suo nome agli ornamenti realizzati dall’équipe dello stuccatore luganese Pietro Filippo Somasso su progetto di Filippo Juvarra. Al centro della volta compare il monogramma con le iniziali di re Vittorio Amedeo II, tutto intorno si dispongono conchiglie, ghirlande di fiori, corone di alloro e rami di quercia modellati in stucco. Nelle nicchie sopra le porte il progetto juvarriano previde l’inserimento di sei busti di imperatori romani provenienti dalle collezioni sabaude. Il riferimento al mondo antico si accordava alle scelte decorative per lo stucco, che evocano l’architettura classica. La decorazione, sobria ed essenziale, intendeva celebrare il primo re di Casa Savoia, le cui vicende biografiche erano strettamente intrecciate a quelle del Castello di Rivoli.
La sala fu oggetto di nuovi ammodernamenti intorno agli anni Novanta del Settecento, quando il castello fu concesso in appannaggio dal re Vittorio Amedeo III al figlio Vittorio Emanuele I, duca d’Aosta e futuro re di Sardegna. Alla progettazione dell’architetto Carlo Randoni si devono i trofei di armi in legno posti sopra il cornicione della volta e le porte di cui restano oggi solo le chiambrane. Allo stesso periodo risalgono anche i puttini con lance, elmi e scudi affrescati nelle lunette angolari da Angelo Vacca e Giovanni Comandù.
Il pavimento attuale è stato eseguito dall’architetto Andrea Bruno nel corso dei restauri novecenteschi (1979-1984) sulla base di un progetto di Juvarra del 1721 conservato presso l’Archivio di Stato di Torino e mai portato a termine. La scelta dei materiali richiama il più possibile quelli previsti dall’architetto: il marmo verde di Susa, quello grigio di Frabosa e quello bianco di Foresto.