Sala degli arazzi

La Sala degli arazzi nel XVIII secolo svolgeva la funzione di sala d’udienza, anche detta Camera di ricevimento, della duchessa del Chiablese. Il duca Benedetto Maurizio sposò la nipote Maria Anna di Savoia solo nel 1775, ma il rinnovamento del palazzo diretto dall’architetto Benedetto Alfieri tra 1756 e 1762 aveva già previsto la presenza di due appartamenti. Durante l’occupazione francese fu utilizzata da Paolina Borghese e nel corso dell’Ottocento fu adibita a sala da ballo.
Il nome della sala deriva dalla presenza del ciclo di arazzi intessuti con scene dalle Storie di Artemisia, un prestigioso nucleo fatto acquistare nel 1620 a Parigi dal principe di Piemonte Vittorio Amedeo e poi, nel corso del Settecento, collocato in Palazzo Chiablese. Ad esclusione delle alte specchiere ornate d’intagli, che amplificano la luce delle finestre, le pareti della sala furono lasciate libere per accogliere i preziosi tessuti, e la decorazione progettata dall’architetto Benedetto Alfieri si concentrò sulla volta. Come per le altre sale della residenza, la pittura non era prevista sulle coperture, dove si preferì la delicatezza della decorazione in stucco. Gli stuccatori Bartolomeo Papa ed Enrico Btili nel 1760 realizzarono così una complessa bordura composta da cartelle angolari irregolari e ovali arricchiti da scene con Apollo e Dafne e la ninfa Proci, in un tripudio di fogliami, roselline e ornamenti rocaille. Sulle porte furono posizionate le vivaci tele con i Quattro continenti, inviate nel 1763 da Napoli dal pittore Francesco De Mura.

Palazzo Chiablese