Sala da gioco
Concepita già in origine per lo svago e i concerti della corte, la Sala da gioco situata nell’appartamento di levante è un ampio spazio rettangolare con gli angoli smussati, con i lati più corti movimentati da due nicchioni. Per la sua forma, la sala era conosciuta durante il Settecento come “camera longa”.
Fu decorata sotto la guida del governatore dei Reali Palazzi, il conte di Groscavallo Carlo Emanuele Cavalleri nel 1764. L’occasione era la messa in opera del complesso di ambienti progettati da Benedetto Alfieri per l’Appartamento del duca di Chiablese.
Nel 1764, all’esplodere del gusto per l’esotismo, il pittore di origine viennese Cristiano Wehrlin fu incaricato di dipingere tutto il rivestimento della sala: i lambriggi (le zoccolature alla base della parete), le porte e le sovrapporte, e soprattutto il rivestimento delle pareti, composto da boiseries in legno grigio chiaro che racchiudono otto grandi tele rettangolari e dodici più strette dipinte con uccelli e piante entro paesaggi lacustri all’orientale.
Sul soffitto a catino, una leggera decorazione a grottesca rende l’idea di un pergolato sul quale sono appollaiati volatili esotici. La decorazione fu completata da Giovanni Pietro Pozzo, attivo a Stupinigi anche per la realizzazione del soffitto “a ghiacci” del Salotto degli specchi (1763).
Durante l’Ottocento l’ambiente fu utilizzato come sala da pranzo. Con la regina Margherita di Savoia, che dal 1900 scelse Stupinigi come dimora estiva, la sala fu arredata secondo un gusto eclettico che prescriveva di mescolare arredi di diverse tipologie e provenienze. Sedie, poltrone e divani dovevano essere differenti tra loro, ma in linea con la decorazione degli ambienti: una fotografia d’epoca restituisce l’immagine di un salone ricolmo d’arredi intervallati da piante esotiche.
La sala ha cambiato più volte denominazione: dalla “Camera longa” settecentesca a “Salle à manger” e “Grand salon de l’Imperatrice et Reine”, come nota dai documenti del 1807-1811. La denominazione odierna come “sala da gioco” fu concepita nell’allestimento del 1966 ad opera dell’allora Soprintendente alle Belle Arti Noemi Gabrielli e oggi accoglie preziosi arredi settecenteschi di diversa provenienza.