Gabinetto etrusco, 1834-1847

Il Gabinetto etrusco di Racconigi è un piccolo ma preziosissimo ambiente in cui Carlo Alberto riceveva i ministri in visita durante il periodo di villeggiatura.
Nei primi anni dell’Ottocento si diffuse la moda di ornare gli ambienti di studio, svago o udienza con decorazioni rielaborate dall’antichità, soppiantando così i gabinetti cinesi che erano stati in voga nel secolo precedente. In Piemonte, questo filone si connetteva anche alle spinte risorgimentali che vedevano negli etruschi un riferimento storico-culturale per l’unità nazionale.
Il Gabinetto etrusco di Racconigi fu così allestito tra 1834 e 1847 secondo il gusto archeologico del suo progettista, Pelagio Palagi, che ne disegnò arredi e decorazioni sulla base delle nuove scoperte compiute nel campo dell’etruscologia. Le pitture eseguite da Giovanbattista Airaghi riproducono le decorazioni della tomba del Barone da poco ritrovata a Tarquinia (1827). Per gli arredi e le boiseries di porte e finestre, il riferimento principale fu invece la pittura vascolare a figure nere e rosse, le cui decorazioni furono replicate accostando diverse essenze lignee. Per questi lavori, in un primo momento era stato individuato l’ebanista Henry Thomas Peters ma, a causa delle sue richieste troppo onerose, l’incarico fu affidato al giovane Gabriele Capello. Questa commissione, una delle sue prime prove per la corte sabauda, gli valse un premio dell’Esposizione Universale di Londra del 1851.
L’arredo della sala fu completato intorno al 1840 da candelieri e da un orologio con la raffigurazione della tauromachia, nonché da quattro vasi a cratere (un tipo di recipiente utilizzato nell’antichità per mescolare vino e acqua) decorati a figure rosse, posizionati su piedistalli realizzati da Capello tra 1844 e 1847. I vasi furono forniti dallo stesso Palagi, che era anche un collezionista di antichità e che ancora nel 1859 lamentava di non aver ricevuto alcun compenso per quella vendita.

Castello di Racconigi