Cappella di San Massimo

La cappella di San Massimo è uno dei pochi ambienti che testimoniano la fase seicentesca della residenza voluta dal marchese Filippo San Martino d’Agliè. La scelta di dedicarla a San Massimo, vescovo di Riez e patrono del borgo di Agliè, doveva essere stata rafforzata della presenza di alcune sue reliquie donate ai conti di Agliè dalla regina Giovanna di Napoli, già nel 1354.
Realizzata tra il 1642 e il 1657, la cappella si affaccia sulla corte interna ma è raggiungibile anche dall’attuale Galleria verde, tramite un passaggio seminascosto dalla tappezzeria.
Il ricco apparato in stucchi della cupola venne realizzato da maestranze luganesi attive anche nelle residenze del castello del Valentino e della reggia di Venaria, a ribadire la volontà del marchese di porsi sullo stesso piano dei duchi di Savoia. Risalgono a questa fase anche gli affreschi raffiguranti alcune Storie della vita della Vergine, ad eccezione dell’Incoronazione, al centro della cupola, che venne ridipinta in stile da Giuseppe Borra nella prima metà dell’Ottocento.
La cappella fu infatti al centro dei restauri della residenza promossi da re Carlo Felice tra il 1827 e il 1829. Sotto la direzione dell’architetto Michele Borda furono rinnovati il pavimento e gli stucchi sulle pareti, mentre lo scultore Pietro Cremona realizzò un nuovo altare, sul quale ancora oggi si ammira la tela raffigurante l’Elemosina di san Tommaso da Villanova. Particolarmente pregiato è il Crocifisso in avorio che si trova sotto la pala d’altare e che venne realizzato intorno al 1828-1829 dal valsesiano Giacomo Marchino, allievo di Giuseppe Bonzanigo.
Al centro della cappella è collocato il monumento che Giacomo Spalla, con l’aiuto di Luigi Duguet, ideò attorno alla colonna in marmo proveniente da Roma, dono di papa Leone XII a Carlo Felice.
La cappella conserva una copia a grandezza naturale della Sindone, realizzata in occasione dell’ostensione del 1822 voluta da Carlo Felice per l’inaugurazione del suo regno.

Castello di Agliè