Camera di udienza della Regina
Detta anche Camera di cantone per la sua collocazione nell’angolo del padiglione garoviano terminato all’inizio del Settecento, la Camera di Udienza della Regina è una luminosissima sala con una magnifica vista sui giardini. Fa parte del settore settecentesco della Reggia, costituito da un appartamento al piano nobile portato a termine nel 1709 per volere di Vittorio Amedeo II di Savoia. Nella Camera di Udienza Anna Maria di Borbone-Orléans, moglie del sovrano, riceveva le dame di corte per commentare i fatti del giorno e, una volta a settimana, si teneva l’udienza con i sovrani, i principi, un selezionato numero di cortigiani e gli ambasciatori in visita in Piemonte. Secondo il cerimoniale, gli invitati si disponevano in cerchio, motivo per il quale il gruppo di persone veniva denominato ‘circolo’ della regina. Anna Maria d’Orléans sedeva su un fateuil, sedia a braccioli destinata esclusivamente ai sovrani; le principesse si posizionavano sui tabourets pliants, sgabelli a tenaglia; gli altri invitati stazionavano in piedi e prendevano parola solo se interrogati dalla regina stessa.
Come in tutto questo settore del palazzo, la volta della sala fu decorata dall’équipe di Pietro Somasso tra il 1703 e il 1704, con stucchi che abbandonano la sovrabbondanza vista nelle sale seicentesche per collocarsi solo sul cornicione e agli angoli, dove vivono putti in volo tra elementi vegetali e motivi ornamentali tipici del periodo.
Secondo l’unico inventario dei mobili pervenutoci per la reggia, nel 1711 la sala era rivestita di una tappezzeria in damasco cremisi a fiori verdi e l’arredo consisteva in dodici sgabelli, due consoles, un orologio e una serie di sovrapporte dipinte. Per evocare il gusto settecentesco e la funzione dell’arredo originale, nella sala sono oggi collocati oggetti di fattura analoga a quella un tempo presente nell’ambiente, come otto sgabelli piemontesi datati 1740-1750 circa, una console della prima metà del Settecento di manifattura genovese e un orologio da muro francese. Vi è collocata anche una magnifica arpa a pedali francese del 1760-1790 circa. Infine non possono mancare il re degli ebanisti settecenteschi, Pietro Piffetti, con un tavolino da gioco, e i ritratti dei padroni di casa, Anna Maria d’Orléans regina di Sardegna, e uno splendido dipinto del marito Vittorio Amedeo II, realizzato da Martin Van Meytens il giovane nel 1728.