Camera da letto verso Ponente
La Camera da letto verso ponente è uno degli ambienti più sontuosi di Villa della Regina. Collocata nell’Appartamento del re, si presenta come il risultato della committenza di due regine succedutesi nella prima metà del Settecento. Tra il 1718 e il 1720 la regina Anna Maria d’Orléans, moglie di Vittorio Amedeo II, incaricò Filippo Juvarra di rimodernare gli ambienti seicenteschi della villa. Risale a questa fase la decorazione pittorica e plastica della volta: entro eleganti cornici eseguite da stuccatori luganesi, Claudio Francesco Beaumont realizzò il Carro di Aurora guidato da Apollo e le Allegorie delle quattro stagioni. Si tratta di una delle prime prove del pittore, che per Villa della Regina eseguì anche due episodi biblici, il Sacrificio di Jefte (perduto) e il Trionfo di David nella Camera del trucco, dimostrando sin da subito le sue grandi doti artistiche.
A partire dal 1730 le pareti dell’ambiente furono rinnovate da Giovanni Pietro Baroni di Tavigliano che progettò le specchiere e le boiseries, su sollecitazione della nuova coppia reale, Carlo Emanuele III e Polissena d’Assia-Rheinfels. Intorno al 1735 fu commissionato a Corrado Giaquinto un ciclo di sovrapporte e sovrafinestre dedicate alle Storie di Enea, le cui gesta eroiche dovevano essere da esempio per il sovrano. Nel 1893 la serie è stata in parte trasferita al Palazzo del Quirinale a Roma (rimangono in loco solo due dipinti con Enea che raccoglie il ramo d’oro e Ascanio che ferisce il cervo).
Agli inizi dell’Ottocento la sala fu rivestita da una rara tappezzeria in taffetà chiné à la branche, un tessuto di grande pregio prodotto in Francia, seguendo una complessa tecnica di tintura impiegata in Cina.
Le travagliate vicende che interessarono la residenza dall’Ottocento, quando divenne sede dell’Istituto Nazionale delle Figlie dei Militari (1865), hanno portato ad adottare scelte museografiche che restituissero al pubblico lo splendore dell’allestimento settecentesco. In occasione dei restauri si è deciso di evocare sia le sovrapporte di Giaquinto che buona parte della tappezzeria mediante riproduzioni fotografiche stampate su tessuto ignifugo con inchiostri ecologici a base d’acqua.